La Pizzeria Di Matteo nell’Olimpo delle Eccellenze
di Simona Ficuciello
In via dei Tribunali a Napoli la tradizione è di casa ma c’è un luogo in particolare in cui giungono persone da tutto il mondo per “assaggiare un pezzo di Napoli” e gli stessi napoletani ritrovano un antico legame con il territorio e con i suoi valori: è l’antica pizzeria Di Matteo, al civico 94, a pochi passi da piazza San Gaetano, dove ogni giorno, da oltre ottant’anni, si preparano centinaia e centinaia di pizze e i caratteristici fritti, nel pieno rispetto della tradizione di una città e di una famiglia.
La Guida Peperoncino Rosso, premia la Pizzeria “Di Matteo”
Oggi la pizzeria Di Matteo, a seguito di un’ispezione a cura di Simona Ficuciello, è stata riconosciuta come Eccellenza dalla Guida Peperoncino Rosso, che premia le eccellenze del food & wine nel mondo.
Dentro la Pizzeria Di Matteo: un’eccellenza tutta da gustare
Un invitante bancone dove fanno bella mostra di sé crocché, arancini, pizze al forno e pizze fritte da mangiare rigorosamente ‘a portafoglio’, nonché le famose frittatine, fa da ingresso ad un ambiente grande, essenziale, accogliente.
Il locale è strutturato in più sale, su due piani, per un totale di ben 120 posti a sedere, che a partire dalle prime ore del mattino si riempiono di turisti e Napoletani. Il servizio segue ritmi serrati ma è ben curato, attento a mantenere positivo l’umore e a soddisfare – con semplicità e genuinità – le esigenze e le curiosità dei clienti. Un concetto di ristorazione che all’eccellenza dei prodotti combina un’accoglienza ed un prezzo che discendono dal concetto tradizionale di pizza come alimento per tutti.
Pizzeria Di Matto: la storia di un’eccellenza
Anima della pizzeria è oggi Salvatore Di Matteo, classe 1974, quarta generazione di pizzaioli e friggitori, che già all’età di tredici anni ha lavorato duro per diventare pizzaiolo, imparando il mestiere da due maestri d’eccezione: suo padre Nicola e suo zio Gennaro.
Ma per conoscere la storia dell’attività, bisogna tornare ancora più indietro nel tempo, fino al 1895, quando Antonio Di Matteo, bisnonno di Salvatore, aprì la prima pizzeria a piazza Principe Umberto. Fu suo figlio, di nome Salvatore, a fondare la pizzeria ai Tribunali, oggi unica sede: era il 20 giugno 1936. Ne aprì anche un’altra, nella zona di via Marina, che però, durante la Seconda guerra mondiale fu distrutta in un bombardamento.
A quella pizzeria è legato un aneddoto, da cui è nato un rituale che tutt’oggi viene rispettato nella pizzeria Di Matteo: “Ogni domenica, nella pizzeria di mio nonno – racconta Salvatore Di Matteo – si proponeva anche il cosiddetto Due di maccheroni (che prende il nome dal fatto che la pasta veniva presa con due dita). Mio nonno non faceva personalmente questo lavoro, ma prese a lavorare con sé uno dei migliori ‘maccaronari’ del tempo: con estrema abilità costui riusciva a prendere con le mani la pasta molto calda e a metterla nei piatti, dove veniva condita con un sugo lento, molto semplice.
Una domenica questa persona non venne a lavorare. Mio nonno, per non sprecare tutto il sugo preparato per quella ‘battaglia domenicale’ e per offrire qualcosa di diverso ai clienti che sarebbero accorsi, si inventò una sorta di cialda rotonda fritta e ci mise sopra il pomodoro. Nacque così la pizza montanara. Qui a via Tribunali la chiamiamo a pizza do nonno e, in ricordo di quell’episodio, la facciamo solo di domenica”.
Nel 1965 il testimone passa a Nicola e Gennaro Di Matteo, che portano avanti l’attività riscuotendo molto successo e proponendo qualche importante innovazione: alle classiche Margherite e Marinare, furono affiancate pizze ‘nuove’ come la Salsiccia e friarielli o la pizza Lasagna, che si ispiravano a piatti tipici della cucina napoletana. Ma a dare alla pizzeria una fama mondiale fu la visita di Bill Clinton, a Napoli in occasione del G7 del 1994. Clinton, che era già stato in pizzeria molti anni prima, da studente, passò volle ripercorrere, questa volta da Presidente degli Stati Uniti d’America, l’esperienza di mangiare la pizza a libretto. “Il giorno dopo – ricorda Salvatore Di Matteo – il nome della pizzeria era su tutti i giornali del mondo. Da quell’evento si è intensificato l’interesse della stampa internazionale verso la pizza napoletana e verso via Tribunali a Napoli”.
Pizzeria Di Matteo: Premi e Specialità
Tutt’oggi, il menu della pizzeria Di Matteo è all’insegna della tradizione: accanto alle pizze classiche che in una pizzeria del centro storico di Napoli non possono mancare, c’è una sezione di pizze “firmate” da Salvatore Di Matteo, che oggi costituiscono il 70% degli ordini: “Sono dieci pizze che mi rappresentano – spiega il pizzaiolo a Peperoncino Rosso – che mi ricordano alcuni momenti della mia vita e della mia carriera, ma soprattutto mettono in tavola il territorio.
Il mio punto di forza sono i prodotti di altissima qualità, che testo personalmente ogni giorno e ai quali dedico attenzione e ricerca continua”. In questa parte speciale del menu, figura, ad esempio, il Ripieno World Cup 2011, caratterizzato da ricotta, cicoli e mozzarella di bufala, con sopra il pomodoro del piennolo; la pizza ‘Carrettiere’, che fece aggiudicare a Salvatore Di Matteo il titolo di Pizzaiuolo dell’anno nel 2015: si tratta di una rivisitazione della classica Salsiccia e friarielli, con l’aggiunta di pomodoro e mozzarella di bufala al posto di fiordilatte o provola. E ancora, la pizza ‘Radici’, che intende ricordare i primi ingredienti che suo padre e suo zio usarono sulla pizza al forno, quali i cicoli e il salame.
C’è poi la Quattro stagioni napoletane, creata in occasione degli ottant’anni della pizzeria in via Tribunali, in cui, al posto delle classiche quattro ‘stagioni’, ci sono quattro gusti con cui “assaggi Napoli”: Margherita, Marinara, Salsiccia e friarielli e Ricotta, provola e cicoli. Tra le pizze di Salvatore Di Matteo c’è poi qualcosa di più particolare, come la ‘Pistacchiosa’, preparata con la mortadella IGP di Modena e il pistacchio di Bronte, la Formaggina, caratterizzata dal mix di diverse creme di formaggio, e la ‘Faccia Gialla’, una delle prime pizze con il pomodorino giallo del Vesuvio.
Particolare è la pizza ‘Essenza’, una pizza fritta pensata per i vegetariani, fatta con provolone del monaco, provola affumicata di Agerola, pomodoro fresco e basilico, con cui il pizzaiolo si aggiudicò il primo posto alla ‘World Cup 2013’. Per concludere, Campania Felix, un vero e proprio inno ai prodotti del territorio perché realizzata con diverse tipologie di pomodoro. Ad accompagnare il tutto, una vasta selezione di birre – da quelle in bottiglia o alla spina, a quelle artiginali – e alcune etichette di vini, prodotti ad hoc in Basilicata e a Taurasi.
Dal legame con la sua terra all’Eccellenza Peperoncino Rosso
Dalla passione per il territorio è nata, su iniziativa di Salvatore Di Matteo e della sua compagna Sarah Ancarola, l’Associazione Terronian. Entrambi hanno fondato il premio Eccellenze del Sud, e poi un marchio: oggi abbiamo una linea personalizzata di prodotti tipici come olio, pomodoro, pomodoro ‘a pacchetella’ del Vesuvio, pomodoro giallo e varie farine, con i quali oggi Salvatore realizza la sua pizza, prestando grande attenzione anche all’aspetto etico della produzione. Grazie a questo progetto è riuscito a dare ai prodotti, che da sempre caratterizzano la tradizione campana, un’identità ancora più definita e a confrontarmi con altri pizzaioli e chef stellati.
Oltre all’ottima pizza, ciò che rende la Pizzeria Di Matteo una vera eccellenza è la friggitoria napoletana: dalla pizza fritta al fritto misto, caratterizzato da zeppola, panzarotto, melanzana, arancino e pezzetto di polenta. Nei primi anni Novanta ci fu un’evoluzione: accanto a questi fritti tradizionali, la pizzeria propone una friggitoria più evoluta: arancini grandi imbottiti, crocchè di patate con la provola, e la mitica frittatina, la cui ricetta è stata inventata dal padre e dallo zio di Salvatore. Ancora oggi fa parlare di sé ed è apprezzatissima dal pubblico, tant’è vero che sono state create dalle persone alcune pagine sui social network dedicate a questo prodotto.
Con un occhio sempre rivolto al passato, Salvatore Di Matteo guarda al futuro con fiducia, sognando di continuare a fare questo lavoro che ama, e augurandosi per l’attività di famiglia e per la città intera una continua evoluzione.